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Lazio. Navigator, sindacati: “Chi cerca lavoro per gli altri deve avere un contratto”

Pubblicato il 11 Nov, 2021

“Il 18 novembre, alle ore 14, sotto il Ministero del Lavoro, i navigator manifesteranno per la tutela del proprio futuro professionale”. Così, in una nota, Cgil Roma e Lazio, Cisl Lazio e Uil Lazio. “Il 31 dicembre, infatti – continua la nota – scadranno i loro contratti. Si tratta di professionalità che in questi anni difficili si sono occupate dei più fragili, cioè di quelle persone che l’ISTAT classifica come ‘inattivi’, coloro che hanno perso perfino la speranza di trovare lavoro”. “Qualora rispondessero al vero le anticipazioni alla legge di stabilità sulla mancata proroga dei contratti, – precisa la nota – il Governo commetterebbe un atto gravissimo per una serie di motivi: sarebbe uno sperpero di risorse senza precedenti se le professionalità che in questi anni sono state formate attraverso specifici corsi di formazione prima e il lavoro pratico poi fossero buttate a mare; sarebbe contraddittorio perché da una parte si dice di voler rafforzare i Centri per l’Impiego e dall’altra, in assenza di provvedimenti risolutori, si rinuncia a queste professionalità; sarebbe un fallimento se il pubblico non svolgesse un ruolo importante nel far incontrare la domanda con l’offerta di lavoro.Nel Lazio i navigator sono oltre 200, sono inseriti nei Centri per l’impiego e nel loro lavoro hanno stabilito un contatto con circa 350 mila persone (osservatorio INPS) e 50mila aziende con l’obiettivo di far incontrare la domanda di lavoro dei percettori del reddito di cittadinanza con l’offerta delle aziende.La pandemia ha distrutto tanti posti di lavoro e le misure di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro (cassa integrazione e FIS) hanno interessato nel Lazio circa un milione di lavoratrici e lavoratori. Nonostante ciò e con i limiti di un sistema di politiche attive inesistente hanno intercettato migliaia di persone che vivono ai margini delle comunità locali e le hanno avviati in un percorso di inclusione proponendogli orientamento e corsi di formazione.Già oggi assistiamo a una costante riduzione delle ore lavorate; ciò significa che più persone si ripartiscono il lavoro che c’è con contratti che per il 75% sono collocati in fasce basse. La gran parte di questi sono a termine e in part time involontario.Questo significa che l’area del disagio sociale si allargherà e dobbiamo avere la consapevolezza che la transizione energetica e digitale cambieranno nel profondo il mercato del lavoro, accelerando i processi di trasformazione che sono in atto senza un tentativo serio della politica di governare tali processi.Se non governati, essi produrranno un maggiore divario nella distribuzione della ricchezza e si allargheranno le fasce di disagio sociale.In questo contesto non rinnovare i contratti ai navigator è, nella migliore delle ipotesi, miope, nella peggiore si vuole incrementare il mercato di chi perde il posto di lavoro.Le politiche attive sono uno strumento per tentare di governare il cambiamento:a questo scopo il PNRR stanzia risorse importanti attraverso il piano emanato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali chiamato ‘GOL’. Fino a oggi il Ministero del Lavoro però è rimasto silente rispetto al futuro lavorativo dei navigator e numerose richieste d’incontro delle organizzazioni sindacali di categoria nazionali sono rimaste inascoltate”. “Nel sostenere la vertenza nazionale dei navigator, – concludono le organizzazioni sindacali – ci siamo già attivati per coinvolgere tutti i parlamentari e i rappresentanti politici del territorio e chiediamo un tavolo permanente alla Regione Lazio per analizzare le soluzioni che portino alla stabilizzazione delle lavoratrici e lavoratori all’interno dei Centri per l’Impiego”.

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