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Veneto. First Cisl Padova Rovigo: Alessandro Pani confermato segretario

Pubblicato il 30 Nov, 2021

Molte novità, a cominciare da una nuova sede, per la First Cisl Padova Rovigo (Federazione Italiana Reti dei Servizi del Terziario), il sindacato dei lavoratori delle banche, delle assicurazioni, della finanza, della riscossione e delle authority. Il congresso, svoltosi oggi all’hotel Petrarca di Montegrotto, si è concluso con la conferma della segreteria uscente: Alessandro Pani nel ruolo di segretario generale, affiancato nella segreteria da Raffaella Ravarra e Laura Fabrello. Pani ha messo in luce lo scenario in rapidissima evoluzione in cui il sindacato si trova ad agire. «Il sistema ogni anno identifica migliaia di lavoratori in esubero mentre le assunzioni sono sempre insufficienti per avere un turn over generazionale. Sentiamo perciò forte la necessità di formare una classe dirigente in grado di affrontare le sfide di un territorio grande come il nostro puntando su persone che possano garantire una continuità nel nostro agire sindacale, coinvolgendo i giovani che rappresentano sempre il futuro». Raffaella Ravarra ha ripercorso il cammino fatto in questi due travagliati anni di segreteria. «Le iniziali paure hanno lasciato presto lo spazio alla solidarietà, alla collaborazione reciproca, alla forza d’animo. Sentimenti che da tempo, specialmente nella nostra categoria, ritenevamo assenti in favore di una individualità sulla quale le aziende hanno costruito per decenni i loro piani industriali». E ora, ha concluso Laura Fabrello «vogliamo guardare al nostro futuro con entusiasmo ed energia, quell’energia in pieno lockdown, ci ha spinto a trovare il coraggio di aprire la nuova sede. Crediamo fortemente che il lavorare assieme sia uno degli strumenti migliori per creare un clima costruttivo e di collaborazione tra individui che hanno idee e sensibilità diverse e possono creare relazioni significative».
Dopo un ampio dibattito, il segretario generale della Cisl Padova Rovigo Samuel Scavazzin ha sottolineato l’importanza del congresso come momento di democrazia: «E nella Cisl la democrazia c’è. Questa è la nostra ricchezza, come l’essere confederali, che ci dà una vision a 360°, fondamentale soprattutto nel mezzo di una pandemia. Mai come ora il ruolo del sindacato è importante. Adesso sta a noi non subire, ad esempio, lo smart working, ma negoziarlo. Anche su una questione divisiva come il green pass il sindacato ha preso una posizione netta: siamo per il vaccino obbligatorio, anche perché siamo consapevoli che ci sono tante persone che non possono vaccinarsi, ma la politica non si è assunta la responsabilità di scegliere. Al sindacato viene chiesto un impegno maggiore dal punto di vista sociale. Pensiamo all’incontro di ieri con il governo sul fisco, che non ha avuto buon esito, quindi prosegue la mobilitazione che ci ha portato a Mestre per la grande manifestazione conclusa dal segretario Sbarra».
Polarizzazione del business delle banche, concentrazione sono i grandi problemi del sistema bancario secondo il segretario generale della First Cisl nazionale Riccardo Colombani, che ha chiuso il dibattito. «Le banche in Italia sono quasi tutte a capitale privato e le banche cooperative, per effetto della riforma del 2016, si stanno omologando a quelle a capitale privato, quindi perseguono quasi esclusivamente l’interesse dell’azionista. Questo ha determinato la polarizzazione del business delle banche, che fanno sempre meno credito. Negli ultimi dieci anni c’è stata una contrazione del credito alle imprese non finanziarie, con un incremento dalla fine 2019 al 30 giugno 2021 solo per effetto dei provvedimenti d’urgenza emanati per fare fronte all’emergenza. Ma sostanzialmente le banche stanno sempre meno assistendo il sistema delle imprese. L’altro aspetto inquietante è che la banche stanno cercando di rivolgersi sempre di più alle famiglie con grandi patrimoni, trascurando tutte quelle meno abbienti. Inoltre stiamo cercando di contrastare il fenomeno della concentrazione del sistema bancario. Basti pensare che i primi cinque gruppi più importanti rappresentano oltre il 50% del sistema. Ed è una contraddizione, perché il sistema produttivo nazionale è caratterizzato da una polverizzazione delle imprese. Noi riteniamo che il sistema debba essere “biodiverso”: cioè che a banche a capitale privato, alle grandi banche, vengano associate delle banche medie o piccole, che riescano a dialogare con il tessuto produttivo di casa nostra. Dobbiamo combattere la desertificazione dei territori da parte delle banche. Negli ultimi 12 anni in Italia sono stati chiusi il 31,2% degli sportelli bancari. In Veneto la percentuale è quasi del 36%. Mentre su Padova la riduzione è stata più bassa rispetto alla media veneta, su Rovigo è stata pari al 38,50%. E ci sono molti Comuni che sono sprovvisti di sportello bancario. Il 25% dei Comuni polesani lo ha perso negli ultimi 12 anni».

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