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Dl Aiuti: decreto-legge recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi Ucraina

Nella serata del 2 maggio il Governo ha varato il Decreto-legge recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi Ucraina, ribattezzato “Decreto Aiuti”.

Apprezziamo il metodo scelto dal Presidente del Consiglio che, prima di riunire la Cabina di regia e il Consiglio dei Ministri, ha voluto incontrare Cisl, Cgil e Uil. Il risultato di questo incontro è stato rilevantissimo: il raddoppio delle risorse investite, da 7 a 14 miliardi di euro, distribuiti su un set di misure emergenziali rivolte a lavoratori, pensionati, famiglie e imprese che ha recepito diverse proposte avanzate dalla Cisl.

Il testo legislativo va nella direzione di un contrasto rapido e diretto agli effetti negativi dell’inflazione, scatenata in particolare dal rincaro degli energetici, introducendo la novità del bonus economico rivolto ai lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati con un reddito fino a 35mila euro, intervento che interessa 28 milioni di persone e quota da solo 6,5 miliardi di euro. Si conferma il taglio delle accise sui carburanti fino a luglio e il bonus sociale sull’energia elettrica e il gas per tutto il terzo trimestre.

Le risorse aggiuntive sono state individuate innalzando al 25% il prelievo sugli extra profitti delle aziende importatrici, produttrici e distributrici di gas ed energia: seppure ancora migliorabile, questa decisione è assolutamente condivisibile e da noi auspicata da mesi, cioè da quando, per primi, abbiamo denunciato l’incongruenza tra l’esplosione dei prezzi al consumo dei prodotti energetici e la sostanziale invarianza dei prezzi realmente pagati per le importazioni.

In questa situazione di difficoltà deve essere apprezzato anche il rafforzamento del fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione che, insieme agli altri interventi, offre un sollievo a numerose famiglie, già in situazioni di disagio prima dello scoppio della guerra, tanto da dover riflettere sulla opportunità di una stabilizzazione della misura.

Allo stesso modo sarebbe opportuno rendere permanente la riduzione delle accise e dell’IVA sui carburanti.

Abbiamo chiesto al Governo di intraprendere anche una risoluta azione all’interno dell’Unione Europea per realizzare un fondo alimentato per l’energia e per mettere un tetto ai prezzi delle materie energetiche.

Concreto e positivo, infine, nell’ambito di impresa 4.0, l’incremento degli stanziamenti per la formazione e per gli investimenti che sostiene la ripresa con misure orientate all’innovazione.

Sul fronte delle rinnovabili la semplificazione introdotta è utile e deve contribuire ad accelerare, aumentare e diversificare la produzione energetica nazionale.

Abbiamo chiesto al Governo di insistere sulla strada intrapresa a sostegno della crescita economica sostenendo la domanda interna e i consumi. A questo proposito si deve valutare l’utilità di introdurre nell’immediato futuro forme di sostegno direttamente rivolte a facilitare gli acquisti da parte delle famiglie, agendo su strumenti che consentano la riduzione o l’esenzione dell’IVA.

Altresì, abbiamo chiesto di rivalutare le pensioni adeguando il coefficiente di rivalutazione ai nuovi tassi di inflazione.

I provvedimenti del decreto, giustamente, rispondono a una logica di emergenza a cui ora va affiancata una strategia capace di intervenire sui nodi strutturali del Paese e di farlo entrare in una stagione di crescita economica e sociale attraverso:

• una nuova politica dei redditi;
• il rilancio dell’occupazione, della produttività, di un mercato del lavoro efficiente;
• il rilancio degli investimenti e una governance concertata del PNRR;
• una nuova politica industriale che governi in modo equo le transizioni;
• una riforma previdenziale realmente inclusiva e sostenibile;
• la valorizzazione della contrattazione e della partecipazione;
• un sistema fiscale equo ed efficiente;
• il riscatto del Mezzogiorno e della coesione sociale;
• un nuovo modello fondato su legalità, solidarietà e responsabilità sociale.

Per farlo è necessario che al più presto il Governo dia corso all’impegno assunto prima di Pasqua convocando le parti sociali in tavoli tecnici e politici, per dare vita ad un nuovo patto sociale.

Proprio i risultati, ancora certamente molto parziali ma importanti nel merito e nel metodo, del negoziato, fortemente voluto dalla CISL, che ha portato al varo del Decreto Aiuti dovrebbero far riflettere tutte le parti su come il confronto a tutto campo e con pari dignità dei corpi sociali possa essere la chiave di una ripartenza solida, stabile, equa e partecipata.

Seguiremo, come sempre, il percorso parlamentare di conversione in Legge del Decreto Aiuti nella prospettiva di migliorare e rafforzare i contenuti.

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