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Legge di Bilancio. Furlan: “Molte ombre e poche luci. È una occasione sprecata per il paese. A gennaio mobilitazione dei sindacati per sollecitare un cambio di passo del Governo”

Pubblicato il 23 Dic, 2018
30 dicembre 2018 – “La legge di bilancio approvata oggi dal Parlamento è purtroppo una occasione sprecata per il nostro paese. Per questo a gennaio la Cisl non starà ferma, ma si mobiliterà insieme a Cgil e Uil in autonomia dalla politica, per sollecitare un cambio di passo nella linea di questo governo”. Lo sottolinea la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, commentando l’approvazione della legge di bilancio.

 
“Ci sono molte ombre e poche luci in questa legge di bilancio, che non è stata il frutto di un confronto e di un necessario patto per la crescita con il sindacato e le altre parti sociali. È una legge di bilancio molto debole che non affronta le urgenti e profonde necessità espresse dai territori, dal lavoro, dalle categorie più deboli. A differenza di quanto hanno fatto altri governi europei non si punta sullo sviluppo e sugli investimenti produttivi, negando al nostro Paese ed in particolare alle sue aree più deboli, una prospettiva di rilancio economico e sociale. Le risorse per gli investimenti, già limitate, sono drasticamente ridotte, bloccando così gli interventi in infrastrutture materiali e sociali a partire da sanità ed istruzione.

 
Si fa cassa tagliando l’adeguamento all’inflazione per le pensioni, si bloccano le assunzioni nella pubblica amministrazione fino a novembre e ci sono risorse insufficienti per il rinnovo dei contratti pubblici. Senza una vera riforma organica ed equa del fisco c’è ora il rischio fondato di un aumento della pressione fiscale, in particolare a livello locale, un fatto che rischia di penalizzare i redditi già tartassati di lavoratori, pensionati e famiglie. Vedremo quale sarà il legame tra il reddito di cittadinanza e le politiche attive del lavoro, mentre la quota 100 per le pensioni è certamente un canale in più di flessibilità in uscita, anche se le donne ed i giovani restano i soggetti penalizzati dall’attuale sistema previdenziale. È insomma una legge di bilancio senza un disegno strategico di sviluppo, che colloca per il 2020 e 2021 sulle spalle degli italiani un debito di oltre 50 miliardi in virtù delle clausole di salvaguardia, vincolando così anche per il futuro qualunque spazio per interventi espansivi che facciano ripartire il paese”.

 

 
Manovra. Cgil Cisl Uil: “Una Legge di Bilancio sbagliata e recessiva che mortifica lavoro e fasce deboli. Pronti alla mobilitazione con una grande manifestazione a gennaio”
 
23 dicembre 2018Una Legge di Bilancio sbagliata, miope, recessiva, che taglia ulteriormente su crescita e sviluppo, lavoro e pensioni, coesione e investimenti produttivi, negando al Paese, e in particolare alle sue aree più deboli, una prospettiva di rilancio economico e sociale . Per rispondere ad una impostazione di politica economica  assolutamente sbagliata e che non recepisce le richieste della piattaforma unitaria Cgil, Cisl e Uil sono pronte alla mobilitazione unitaria che culminerà  con una grande  manifestazioni nazionale a Gennaio”.
 
È il duro giudizio che Cgil, Cisl e Uil esprimono in una nota unitaria sul Maxiemendamento approvato questa notte con voto di fiducia al Senato e che aggiungono per le modalità della sua approvazione, rappresenta una grave lesione alla democrazia parlamentare”.
 
“Nel testo approvato da Palazzo Madama non c’è il minimo sforzo per intercettare le urgenti e profonde necessità espresse dai territori, dal lavoro, dalle categorie più deboli. Di fronte alle enormi difficoltà dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati, dei giovani, si risponde con la logica assurda e incoerente delle spese correnti e dei tagli al capitale produttivo. Le risorse per gli investimenti – già limitate – sono drasticamente ridotte, bloccando così gli interventi in infrastrutture materiali e sociali – a partire da sanità e istruzione –  necessaria leva per la creazione di lavoro, la crescita e la coesione sociale territoriale. Si fa cassa con il taglio dell’adeguamento all’inflazione per le pensioni sopra i 1522 euro lordi al mese, il blocco delle assunzioni nella PA fino a novembre e le risorse –insufficienti- per il rinnovo dei contratti pubblici. Nessuna risposta sugli ammortizzatori e neppure sul versante fiscale per lavoratori e pensionati dove invece si sceglie di introdurre la flat tax e nuovi condoni. Una legge di bilancio che colloca per il 2020 e 2021 sulle spalle degli italiani un debito di oltre 50 miliardi  in virtù delle clausole di salvaguardia, vincolando così anche per il futuro qualunque spazio per interventi espansivi che facciano ripartire il paese.
 
Un andamento che non risparmia, ma anzi infierisce di più sulle aree deboli del Mezzogiorno, come dimostra il drammatico ridimensionamento del cofinanziamento europeo per la convergenza territoriale. Quella voluta dal Governo è una Manovra che non qualifica la spesa, e umilia economia reale e competitività, schiaccia la centralità della buona occupazione e del lavoro nelle dinamiche di crescita e di coesione nazionale. Lasciare che la politica economica italiana sia ridotta a questo significa condannare il Paese al declino e alla definitiva rottura del suo tessuto sociale e produttivo.
 
Cgil, Cisl e Uil non possono che condannare questo andamento ed esprimere il più forte dissenso a tale politica economica. Per questo il sindacato confederale, oggi unito in un fronte compatto di proposta sulla base di una piattaforma programmatica condivisa e sostenuta da decine di migliaia di lavoratori e pensionati annuncia l’apertura di una stagione di mobilitazione e di lotta  nelle  categorie e sui territori che culminerà  con una grande  manifestazione nazionale unitaria a Gennaio.
 

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