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Giornata mondiale del rifugiato. Furlan: “Una celebrazione che oggi risuona ancor più importante, per rilanciare i valori della solidarietà e dell’accoglienza verso i più vulnerabili, gli ultimi degli ultimi”

Pubblicato il 20 Giu, 2020

20 giugno 2020 – “In questo 2020, segnato da Pandemia, drammi personali, sociali e lavorativi ad essa conseguenti, è giusto ricordare, in occasione della “Giornata mondiale del Rifugiato”, tutti coloro che tentano di scappare da guerre, miserie, carestie e conflitti di ogni tipo. Lo sottolinea la Segretaria Generale della Cisl Annamaria Furlan.
“Una celebrazione che oggi risuona ancor più importante, per rilanciare i valori della solidarietà e dell’accoglienza verso i più vulnerabili, gli ultimi degli ultimi.
Questo momento drammatico, che speriamo di lasciarci presto alle spalle, ha insegnato a tutti noi come in un istante le cose possano cambiare, ma non dobbiamo dimenticare che l’arma più potente in mano ai popoli è proprio la solidarietà. Facciamo tesoro di questi insegnamenti e adoperiamoci, tutti insieme per un bene più grande degli interessi personali, quello di costruire una società coesa capace di sostenersi e non lasciare indietro nessuno. In questo momento, in cui tanti immigrati, non solo rifugiati, cercano di rendersi finalmente visibili attraverso la procedura di emersione dal lavoro, il Governo accolga le nostre proposte di revisione per allargare le maglie di questo provvedimento e garantire equità e giustizia di trattamento a quanti ambiscono a costruire in Italia, legalmente, il proprio futuro.
Lavoreremo sempre, con costanza, con l’obiettivo di riformare il sistema di ingresso, accoglienza e integrazione, fortemente minato negli ultimi anni da provvedimenti irragionevoli, con l’auspicio che si torni presto ad essere, attraverso leggi giuste e progetti concreti, un buon esempio, anche in Europa per contrastare derive populiste e nazionaliste. La Cisl è pronta a fornire il suo contributo e ci aspettiamo un serio e costruttivo coinvolgimento su questi temi che non sono di secondo piano, perché in ballo c’è la vita e la dignità della persona, del lavoratore della lavoratrice e di molti nuclei familiari”.

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