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“Dopo Capaci il sindacato scese in piazza. Ma oggi le mafie sono ancora forti”. Lettera di Annamaria Furlan al direttore de “Il Dubbio”, 19 luglio 2019

Pubblicato il 19 Lug, 2019

“… come era già accaduto negli anni tragici del terrorismo, fu il mondo del lavoro a scendere in campo per sollecitare una risposta unitaria ed attiva di tutto il paese, senza distinzioni, di fronte all’attacco portato al cuore delle istituzioni democratiche dalla mafia. Un mese dopo la strage di Capaci, il 27 giugno 1992, centomila lavoratori giunsero a Palermo da ogni parte d’Italia, marciarono dietro le bandiere del sindacato per  chiedere giustizia, legalità, sviluppo. (…) Lo sappiamo bene: la causa umana fondamentale di ogni forma di mafia è la miseria senza vie d’uscita. (…) E’ un errore pensare che la lotta per la legalità sia cosa diversa e separata da quella  per la crescita sociale, per gli investimenti e per lo sviluppo economico. Il tempo di questa lotta è unico. (…) Bisognerebbe, insomma, ripartire in tutto il paese dalla centralità del lavoro, dalla sua dignità, la sua sicurezza, dalla lotta ad ogni forma di sfruttamento, spezzando quella rete di omertà, di ricatto che c’è in molti territori”

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