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Reddito di Cittadinanza. Cuccello: “Misura che va potenziata e migliorata”

Pubblicato il 10 Dic, 2021

 “Non dobbiamo perdere la grande opportunità di rafforzare una misura così importante come il Reddito di cittadinanza e per renderla operativa al meglio auspichiamo di risolvere quanto prima la spinosa questione del cumulo tra RdC e reddito da lavoro. Questo ci permetterà di agevolare la transizione verso il lavoro”. Lo ha detto nel corso della conferenza stampa dell’Alleanza contro le povertà il Segretario confederale della Cisl, Andrea Cuccello. “Sul RdC in questi mesi abbiamo assistito ad un dibattito ‘farlocco’. Quando si è affrontato il tema povertà una parte delle forze di maggioranza che compongono il Governo ne ha richiesto l’abrogazione tramite referendum, altri hanno sostenuto che non fosse necessario portare avanti questo tipo di iniziativa, altri ancora hanno riscontrato la necessità di ridimensionare la misura dal punto di vista economico. Come Cisl, invece, crediamo che il Rdc vada salvaguardato e potenziato. La stessa azione di lobbing messa in campo dall’ Alleanza contro le povertà un suo effetto importante l’ha prodotto: un mld di euro in più rispetto alla spesa dello scorso anno ottenuta con questa legge di bilancio. Una conquista, questa, che riteniamo significativa. Adesso deve essere ampliata la scala di equivalenza appiattita su quei soggetti che hanno famiglie numerose; bisogna allentare il vincolo di residenza per gli stranieri che contribuiscono in maniera considerevole allo sviluppo economico di tutto il paese: non esiste a livello europeo una condizione così punitiva.  L’altro elemento su cui vogliamo puntare è allentare e rendere più flessibile il requisito patrimoniale aggiuntivo per non penalizzare le famiglie in povertà che hanno sofferto la crisi pandemica. Questi sono i tre grandi colpi da mettere in campo. Il RdC è, in primis, un sostegno alla povertà, ma, in seconda battuta, è anche una possibilità di inclusione nel mondo del lavoro. Il suo ruolo centrale lo vediamo attraverso i centri per l’impiego. Sotto questo aspetto noi vogliamo che quando i ragazzi vengono chiamati abbiano contratti collettivi regolarmente applicati. Vogliamo che sia chiara e ben definita l’offerta di lavoro in fatto di tempo e di distanza, aspetto che devono tenere conto, ad esempio, delle donne con figli che devono muoversi”.

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