Prima di parlare di possibili avanzamenti, prima di prefigurare scambi sul piano della democrazia economica, prima ancora di illustrare le enormi potenzialità di un salto partecipativo e di uno spostamento di sovranità industriale dal capitale (pubblico o privato che sia) al lavoro di Poste, bisogna che si apra un confronto, che attualmente manca.
Si punta su grandi investitori o su azionariato diffuso? Chi stabilisce vincoli e condizionalità sociali? Cosa ha in mente il Ministro dell’Economia Giorgetti sul fronte del piano industriale? Sono domande a cui bisogna rispondere prima di azzardare ogni passo, e non con effimeri comunicati stampa, non con frasi ad effetto, ma nelle sedi delegate, in un dialogo concreto, reale, strutturato, con il mondo del lavoro. Non per gelosia o senso di onnipotenza del sindacato. Ma perché basta guardare indietro a tutte le operazioni passate fatte senza questa condivisione, per capire gli enormi rischi in termini non solo di occupazione, ma anche di qualità e universalità del servizio e competitività. (…l’intervento integrale)