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Basilicata. Sindacati: “Fonti del Vulture. Semaforo verde dai lavoratori al nuovo contratto integrativo”

Pubblicato il 27 Lug, 2021

 

I lavoratori dello stabilimento Fonti del Vulture di Rionero, riuniti oggi in assemblea, hanno approvato l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto integrativo siglata tre giorni fa in Confindustria, a Potenza, tra azienda e sindacati. Nello storico stabilimento lucano di imbottigliamento delle acque minerali, passato nel 2006 sotto il controllo della multinazionale Coca-Cola HBC, lavorano circa 70 addetti fissi e una decina di stagionali. Per quanto riguarda la parte economica, l’intesa prevede un premio di produzione che passerà, in modo progressivo, dai 1.700 euro del 2021 a 1.900 euro nel 2024, per un premio massimo complessivo nel quadriennio di 7.150 euro lordi.

Tra le novità, sempre per la parte economica, l’istituzione di un buono pasto del valore di 5 euro al giorno e la conferma del gettone di presenza per le prestazioni lavorative nei week end e per i cicli continui. Tra i parametri presi in considerazione per il calcolo del premio – evidenziano i sindacati – figurano questa volta anche criteri come la sostenibilità ambientale e la qualità del prodotto. Confermato l’impegno da parte di Fonti del Vulture a favorire nuove opportunità di lavoro, in particolare per i giovani, e a collaborare con le organizzazioni sindacali per superare le criticità in materia di parità di genere.

Soddisfatta la delegazione sindacale e la Rsu composta da Giuseppe Romano, Pasquale Posa e Guido Cilenti per la Fai Cisl, Vincenzo Pellegrino e Giovanni D’Adamo per la Flai Cgil, Rocco Coviello per la Uila Uil. “L’integrativo contiene degli elementi di grande novità nel panorama delle acque minerali – commentano i sindacati – e questo nonostante gli effetti della pandemia abbiano inciso pesantemente sul settore per la prolungata chiusura di bar e ristoranti. Con questo contratto azienda e sindacati scommettono insieme su una pronta ripresa del mercato e delle vendite con l’auspicio – concludono Fai, Flai e Uila – che si possano determinare delle ricadute positive anche sull’occupazione”.

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