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Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Furlan: “Bisogna far rispettare le donne in tutti i contesti: sociali, lavorativi e familiari”

Sito Cisl 25N25 Novembre 2018 – “C’è ancora tanta ipocrisia ed indifferenza sulla violenza alle donne. La nostra resta ancora una società “maschilista”, dove è molto complicato far rispettare la donna in tutti i contesti: sociali, lavorativi e familiari”. Lo sottolinea la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan,dalle pagine de ‘Il Secolo XIX’ in occasione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne. “La violenza si annida anche nelle frustrazioni di una precarietà infinita, nel divario salariale, nell’imposizione del lavoro domenicale o dei part- time alle donne in tante aziende piccole e grandi, nel sovraccarico di lavoro domestico”, sottolinea la leader Cisl. “Si fa fatica a far passare il concetto che il lavoro rimane la prima forma di emancipazione per le donne. Mancano sgravi fiscali specifici per favorire le assunzioni di lavoratrici, soprattutto nel Sud. E non si fa abbastanza per il sostegno alla maternità ed al lavoro di cura, scarseggiano i centri di ascolto, gli asili nido e non si favorisce il telelavoro. Dovrebbe far parte dei processi educativi e della cultura civica di un paese avanzato e moderno come l’Italia, spiegare che il rispetto reciproco tra uomini e donne è il fondamento di una comunità. Questo è uno dei compiti che la scuola italiana deve assumere come una priorità, coinvolgendo in questa azione pedagogica le espressioni migliori della società. Ciascuno deve fare la sua parte” .

Per questa Giornata unitariamente Cgil, Cisl e Uil hanno predisposto un Manifesto dal titolo “Donne libere dalla violenza nel lavoro”,che farà da sfondo alle diverse iniziative organizzate dalle tre confederazioni a livello locale, per ribadire l’impegno dei sindacati “per fare dell’ambiente di lavoro un luogo sicuro e rispettoso della dignità non solo delle lavoratrici  e dei lavoratori ma di tutte le persone che vi operano”. 

“Anche se i dossier più recenti ci dicono che c’è un calo dei reati in Italia,  – si legge nellla nota congiunta a firma dei Segretari generali di Cgil, Cisl, Uil Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo – la violenzo contro le donne purtroppo non accenna a diminuire. La violenza contro le donne, è bene ricordarlo, è una violazione dei diritti umani ed una forma di discriminazione che comprende tutti gli atti di violenza fondati sul genere, che provocano o sono suscettibili di provocare danni o soffferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata (Convenzione di Istanbul). 

Sono tante, quasi nove milioni, secondo gli ultimi dati Istat, le donne che  nel corso della vita hanno subito molestie sessuali: da quelle verbali a quellle fisiche, a quelle sul web. Molto diffusi i ricatti sessuali sul lavoro, anche se in larga misura sommersi. Uomini che chiedono prestazioni sessuali in cambio di un posto di lavoro o di un avanzamento di carriera, usando il potere e sfruttando la vulnerabilità di chi cerca un impiego o una prmozione. Sebbene il fenomeno riguardi anche i lavoratori, sono le lavoratrici ad esserne maggiormente colpite. 

Sono un milione e 173 mila le donne che hanno subito molestie o ricatti sul posto di lavoro durante la loro vita lavorativa, pari all’8,5% delle lavoratrici, nonostante l’obbligo da parte dei datori di lavoro di tutelare l’integrità fisica e morale delle/dei dipendenti. Ma solo lo 0,7% delle donne ha denunciato, per paura di perdere il lavoro e la vergogna di essere giudicate dalla società e dai familiari, per mancanza di fiducia nelle forze dell’ordine, perché pensano che sia meglio trovare soluzioni individuali. In tante preferiscono lasciare il lavoro o rinunciare alla carriera.  Quello che avviene nei luoghi di lavoro è la forma di violenza in assoluto meno denunciata. 

Tutto questo ci chiama in causa come organizzazioni sindacali ed è su questo che vogliamo mettere l’accento quest’anno in vista della ‘Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne’, per portare alla luce quanto di nascosto ancora rimane e per proporci, attraverso le nostre strutture territoriali (sportelli, centri servizi),  come interlocuitori credibili per l’ascolto, la presa in carico e la gestione dei diversi casi di violenza. 

Va in questa direzione, anche il recepimento dell’Accordo Quadro Europeo contro le molestie  e la violenza nei luoghi di lavoro siglato nel 2016 da Cgil, Cisl, Uil e Confindustriaper promuovere nelle aziende la cultura del rispetto ed aumentare la consapevolezza dei datori di lavoro, delle lavoratrici, dei lavoratori e dei loro rappresentanti. 

Sono ormai centinaia nel territorio le declinazioni di questo accordo tra sindacati, aziende, enti pubblici, che lo hanno individuato come terreno di contrattazione e che sarà importante estendere ulteriormente, rafforzare, implementare, per renderlo maggiormente efficace. 

Anche le iniziative del movimento #Me too hanno rotto il silenzio facendo emergere ricatti, molestie e violenza in alcuni comparti di lavoro, incoraggiando altre donne ad uscire dall’ombra per affrancarsi definitivamente dalla violenza. E’ compito delle organizzazioni sindacali ora fare in modo che l’atto della denuncia attraversi tutti i contesti lavorativi fiono a pervadere il mondo del lavoro nella sua totalità, non solo a livello nazionale ma anche internazionale , in linea con il nostro impegno a sostegno della proposta di Convenzione e raccomandazionedell’ILO per dire ovunque ‘Stop alla violenza nei luoghi di lavoro’. 

Il Manifesto unitario che abbiamo preparato per il 25 Novembre, “Donne libere dalla violenza nel lavoro” e che farà da sfondo alle diverse iniziative che si stanno  organizzando a livello locale, vuole ribadire questo nostro impegno per fare dell’ambiente di lavoro un luogo sicuro e rispettoso della dignità non solo delle lavoratrici  e dei lavoratori ma di tutte le persone che vi operano”. 

Ed i componenti maschili delle segreterie confederali di Cgil Cisl Uil hanno firmato l’appello per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne: 
“Domenica prossima, 25 novembre, è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. In migliaia di località in Italia e nel mondo ci saranno iniziative e manifestazioni promosse principalmente da Associazioni e Movimenti di donne. Ma la violenza sulle donne è una responsabilità di noi uomini, dell’atavica cultura patriarcale del dominio e della prevaricazione di genere; può essere esercitata fisicamente, psicologicamente, economicamente, verbalmente. Per questo non basta essere solidali, magari partecipando a questo o quell’evento; solidarietà e sostegno silenziosi, condanne a tavolino non bastano più. Ė tempo che si modifichi l’atteggiamento interiore ed esteriore del genere maschile verso le donne. Ė tempo che noi uomini si prenda la parola, si agisca, si affermi coi fatti la cultura e la pratica della parità, del rispetto, della valorizzazione delle differenze, perché la libertà delle donne è una grande questione democratica che interroga la società e tutti noi.  Il silenzio o, peggio ancora l’indifferenza, non sono più tollerabili, spesso nascondono piccole e grandi complicità. Come uomini militanti e dirigenti di Cgil Cisl Uil abbiamo sempre sostenuto con forza la difesa, la tutela e la promozione dei diritti civili delle donne, anche attraverso la definizione di norme a favore della salute, della conciliazione dei tempi di vita e corresponsabilità genitoriale. È necessario un forte e quotidiano impegno civile, culturale e politico  quotidiano anche di noi uomini, in una più stretta e positiva relazione con le donne, così come il battersi per la certezza della pena per chi – a casa, sul lavoro, per la strada – fa violenza sulle donne o contro qualsiasi tipo di discriminazione nei luoghi di lavoro. Vogliamo continuare e rafforzare l’impegno sindacale nella contrattazione per definire strumenti che favoriscano le pari opportunità e determinino l’emersione e la conseguente eliminazione di atteggiamenti discriminatori. Lasciamoci alle spalle anni di “perbenismo maschile” e costruiamo un nuovo, esplicito costume civile e politico fondato sul riconoscimento e valore della diversità e sulla parità fra i generi, contro ogni retaggio maschilista, machista o omofobo ed ogni forma di violenza di genere, sia fisica sia psicologica. Per questo, domenica 25 appuntiamo sui nostri vestiti un fiocchettino bianco, simbolo internazionale della lotta contro la violenza sulle donne”.

Benedetto Attili, Carmelo Barbagallo, Nino Baseotto, Pierpaolo Bombardieri, Vincenzo Colla, Angelo Colombini, Andrea Cuccello, Antonio Foccillo, Ignazio Ganga, Roberto Ghiselli, Maurizio Landini, Franco Martini, Giuseppe Massafra, Domenico Proietti, Piero Ragazzini, Luigi Sbarra
 
 
 

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