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Industria. Sbarra: “Il governo dia un forte segnale esercitando tutte le prerogative possibili per evitare procedure unilaterali di licenziamento”

“Penso che il governo debba dare un forte segnale  esercitando tutte le prerogative possibili, sanzionando in maniera pesante le aziende in fuga ed esercitando meglio una azione di controllo e di verifica sugli investimenti e soprattutto sulle imprese che utilizzano risorse collegate agli ammortizzatori social”. Così il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra stamani, ospite di RaiNew24, in merito alle vicende di questi giorni relative ai licenziamenti e alle modalità in cui sono avvenuti come nel caso della chiusura dello stabilimento Whirlpool di Napoli e di quello della Gkn di Firenze. “Non c’è nessuna ragione di mercato che giustifichi  queste operazioni di cessazione o peggio ancora di delocalizzazione. Se si procede in questo modo è perché manca la benché minima volontà di rispettare le persone, le loro famiglie. Sono multinazionali  che stanno comunicando con una semplice mail ai lavoratori al sindacato la volontà di bloccare  le attività  produttive”. Per il leader della Cisl necessaria “una nuova visione di politica industriale ed è la ragione  – spiega – per la quale siamo impegnati in queste settimane  con iniziative e anche di mobilitazione. Stiamo chiedendo alle aziende di ritirare le procedure unilaterali  di licenziamento e di aprire un confronto con il sindacato  e con le istituzioni nazionali”.

Quanto al nuovo scudo per le aziende in crisi annunciato ieri al consiglio dei ministri “è un segnale  sicuramente importante – ha osservato Sbarra – si proroga e si dà la possibilità di andare avanti con gli ammortizzatori sociali  per le aziende in cessazione e offre  anche la possibilità di utilizzare queste nuove tredici settimane  di cassa integrazione gratuita. Sono segnali importanti però   – tiene a ricordare – alcune grandi crisi industriali sono aperte da anni  al ministero dello sviluppo e giacciono in una condizione  di perenne  istruttoria.  I fatti di questi giorni in parte  non sono riconducibili all’accordo fatto con il governo il 29  di giugno che, ripeto, è importante nella misura in cui le associazioni datoriali  riescono ad orientare  le proprie aziende associate al pieno rispetto  e ai contenuti di quella intesa”. Vale a dire “utilizzare  13 settimane ulteriori di  cassa integrazione e avviare con il sindacato, prima  di annunciare  esuberi e licenziamenti,  intese, accordi, per utilizzare cassa integrazione, contratti di solidarietà difensivi ed espansivi  ed accordi di riduzione e rimodulazione dell’ orario di lavoro. C’è un problema che riguarda il principio  della responsabilità sociale  dell’impresa. Una azienda che da anni lavora in Italia non può con una mail decidere  di chiudere dalla sera alla mattina. Ci vuole più rispetto  verso i lavoratori, le loro famiglie,  il sindacato e anche verso il Governo italiano – sottolinea facendo riferimento al tavolo di confronto istituzionale svoltosi ieri su Gkn “veramente crudele, irrispettoso della dignità del nostro Paese” ha detto. “Sono questioni che bisogna correggere rapidamente, ecco perché occorre che il Governo riapra il tavolo di confronto, richiami alle proprie responsabilità le multinazionali perché l’obiettivo  è quello di evitare di  perdere anche un solo è posto di lavoro”.

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