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Legge di stabilità. Sbarra: “Chiesto tavolo al Governo”

Pubblicato il 19 Ott, 2021

“Non possiamo perdere quella straordinaria opportunità che è il Pnrr, attraverso il quale l’Europa finalmente mette a disposizione degli stati membri risorse per sostenere la crescita e la ripartenza, ma questo richiede un sussulto di responsabilità soprattutto da parte delle classi dirigenti meridionali”. E’ quanto ha dichiarato il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, impegnato a Palermo nella giornata di chiusura del consiglio generale della Cisl Siciliana. Per Sbarra “la ripartenza in Italia deve avere il profilo della progettualità e deve affrontare la grandi
priorità storiche”.

“Dobbiamo sostenere il cammino delle riforme, a cominciare da quella fiscale: pensiamo sia giunto il momento di dare un forte taglio alla pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e da pensione ma dobbiamo anche alzare l’azione di contrasto contro l’evasione fiscale che costa 110 miliardi di euro l’anno, cioè mezzo Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

“Stiamo sollecitando il governo ad aprire un tavolo di confronto e di dialogo sulla legge di stabilità, perché vogliamo che abbia un valore anticiclico e che dia finalmente gambe ad un percorso positivo di rilancio degli investimenti pubblici e privati”. Ha proseguito Sbarra. “Vogliamo che la legge di stabilità supporti e sostenga la ripartenza con un forte investimento sulle infrastrutture materiali e immateriali – ha aggiunto -, dobbiamo costruire una nuova politica industriale e affrontare il tema dello sblocco delle assunzioni nella scuola, nella sanità e nella pubblica amministrazione”-

“Dobbiamo affrontare anche il nodo della previdenza: dall’1 gennaio 2022, con la chiusura della sperimentazione di ‘quota 100’, davanti a lavoratrici e lavoratori ci sarà uno scalone di cinque anni per accedere alla pensione e questa è una circostanza che noi non condividiamo”. Conclude aggiungendo che è necessario “introdurre elementi di flessibilità in uscita dal mercato del lavoro”.

E commentando le manifestazioni di questi giorni e anche le proteste a Trieste aggiunge: “Dobbiamo spegnere questi focolai di tensione, per la verità un po’ isolati, nel Paese, perché dobbiamo concentrarci nella prospettiva di sostenere e rafforzare la crescita economica, la ripresa e lo sviluppo facendo del lavoro la vera grande priorità. Il vero tema oggi è il lavoro, la sua qualità, la sua stabilità, la sua sicurezza, il valore sociale. Ecco perchè abbiamo manifestato sabato a Roma. Dopo un anno drammatico di emergenza sanitaria come il 2020, con una caduta verticale del lavoro, con un milione di posti di lavoro persi, 6 miliardi di ore di cassa integrazione, una caduta delle ore lavorate, un processo forte di impoverimento dei redditi delle famiglie, bruciando 40 miliardi di massa salariale – ha sottolineato Sbarra – i segnali che abbiamo davanti a noi di
ripresa e recupero vanno consolidati, migliorati, rafforzati e questo richiede un forte senso di responsabilità delle istituzioni, delle associazioni imprenditoriali e del sindacato, ecco perché la parola d’ordine oggi e’ responsabilità, partecipazione, dialogo, confronto per sostenere la
ricostruzione e la ripartenza del Paese, mettendo a frutto le tante risorse che l’Unione europea ci mette a disposizione”.

“Non servono tensioni, non servono estremismi, serve un processo di vera pacificazione nazionale con un grande patto sociale che metta insieme istituzioni nazionali e corpi intermedi della societa’ nella prospettiva di crescita e sviluppo del Paese”. “Dall’inizio – ha aggiunto – noi abbiamo chiesto al Parlamento e al governo di assumersi per intero il peso e la responsabilita’ di adottare una norma legislativa che sancisse l’obbligo alla
vaccinazione per tutti i cittadini. E’ il vaccino – per il sindacalista – l’unica arma che abbiamo a disposizione per battere il Covid, sostenere la ripartenza del Paese, salvaguardare e accrescere i posti di lavoro”. Il Green pass “nelle more di una legge per l’obbligo vaccinale”, e’ un strumento importante, positivo, “perche’ ci aiuta a spingere in profondita’ la campagna di vaccinazione, introducendo regole uniformi di accesso ai luoghi di lavoro. Ecco perche’ pensiamo che questa fase debba essere accompagnata con una maggiore responsabilita’ da parte di tutti”.

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